Da Portici si arriva facilmente ad Ercolano e Pompei per visitare gli scavi archeologici, ma ci si può spingere fino a Sorrento con la circumvesuviana. Per un po’ di prezioso shopping da non perdere è la vicinissima Torre del Greco rinomata in tutto il mondo per la lavorazione di perle e corallo. Gli amanti dei percorsi naturalistici potranno addentrarsi nello spettacolare parco naturale del Vesuvio. Inoltre è possibile visitare le Ville Vesuviane del settecento che in primavera ed estate sono spesso sede di eventi culturali, concerti e incontri letterari.

Pompei e il Vesuvio Napoli vista dalla collina di Posillipo I Faraglioni a Capri Amalfi

La reggia e la cappella reale
Scelta dalla nobiltà napoletana, che nel ‘700 stabilì alle falde del Vesuvio le sue raffinate residenze, Portici diviene ben presto località prediletta di Carlo III di Borbone. Grazie alla sua lungimirante politica e al vivo interesse per il territorio vesuviano, il re la sceglie come propria residenza estiva attratto dall’incanto di una natura rigogliosa e generosa. Nel 1738 dà l’avvio ai lavori per la costruzione di una sontuosa reggia a cui poi farà seguito il porticciolo del Granatello e il rigoglioso orto Botanico, attualmente ricco di piante rarissime e dimora di una strabiliante collezione di entomologia agraria. Nella cappella reale attigua alla reggia è ancora oggi conservato l’organo suonato da Mozart durante le sue visite a Portici.

   

Scavi archeologici di Ercolano
Dagli scavi archeologici di Ercolano sono tornati alla luce i resti dell'antica città di Herculaneum, sepolta sotto una nube di cenere, lava e fango, durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei, Stabia e Oplontis. Scoperta per caso a seguito degli scavi per la costruzione di un pozzo nel 1709,le indagini archeologiche di Ercolano cominciarono nel 1738 per continuare, con molte interruzioni,fino ad uno scavo sistematico sponsorizzato da Amedeo Maiuri nel 1927: la maggior parte dei reperti sono ospitati presso il National Museo archeologico di Napoli, mentre nel 2008 la nascita del Museo Archeologico Virtuale mostra la città prima dell'eruzione del Vesuvio. Il sito di Ercolano, gestito dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, è visitato da una media di trecentomila turisti ogni anno: nel 1997, insieme con le rovine di Pompei e Oplonti, è entrato a far parte dell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

   

Ville vesuviane e Miglio d’Oro
Le ville settecentesche fiorite intorno alla reggia di Portici, prevalentemente lungo il litorale, a costituire quello che fu chiamato il Miglio d’Oro sono degli autentici capolavori d’arte: progettate dai più famosi architetti dell’epoca, rappresentano con i loro profumati giardini e i luminosi interni uno spettacolare connubio tra la bellezza del paesaggio e la sapienza architettonica di chi seppe concepirle in armonia con la costa.

   

Porto Granatello
Nel febbraio del 1774 iniziarono anche i lavori per la costruzione del porto, le cui spese raggiunsero la cifra di ben 30.000 ducati. La fitta rete di scambi mercantili che ne seguì rese il Granatello uno dei più importanti porti commerciali della penisola. Oggi il porto è una gradevole passeggiata nel cuore del Golfo di Napoli, animato dal rientro dei pescherecci è possibile qui assistere ad uno spettacolare mercato del pesce. I due localini attigui che precedono il lungo mare sono l’ideale per chi vuole concedersi un drink, assaporare qualche piatto tipico, o lasciarsi coinvolgere dalla vivace vita notturna.

   

Binari di mare

(Ferrovia Napoli-Portici – Officine di Petrarsa – Museo ferroviario)
Anticamente si giungeva a Portici solo in carrozza o, per chi poteva permetterselo, a cavallo. Dal 3 ottobre 1839 in poi, giorno dell’inaugurazione del tratto ferroviario Napoli-Portici, primo in Italia, vi si giunse in treno. Un primato questo che gli storici anti-meridionalisti hanno sempre minimizzato, ma di cui, invece, i porticesi vanno tutt’ora orgogliosi. Ma non è tutto. Ferdinando II di Borbone volle rendere il proprio reame autonomo dalle industrie britanniche, che a quel epoca detenevano una posizione di monopolio nella realizzazione delle macchine a Vapore. Le Officine di Pietrarsa, costituirono così il primo nucleo industriale della penisola dove si producevano e riparavano macchine, caldaie, locomotive provvedendo ai bisogni dell’intero reame. A Pietrarsa venne fusa anche la colossale statua di re Ferdinando, che oggi domina il piazzale antistante l’ex opificio. Nel museo di Pietrarsa sono ancor oggi custodite le splendide carrozze dell’epoca.

   

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